Vogliamo avvicinarci al 27 gennaio, giornata della memoria, proponendo la lettura di qualche pagina di un importante libro di Anna Foa: Portico d’Ottavia 13. Una casa del ghetto nel lungo inverno del ’43 (Laterza, 2016). In una straordinaria tessitura narrativa e sulla trama di una ricerca storico documentale puntigliosa, parte l’affresco drammatico della razzia scatenata il 16 ottobre del 43 nel ghetto romano e, poi, delle oltre duemila deportazioni che colpirono gli ebrei nei nove mesi successivi. Primo protagonista del libro è una casa, al numero 13 del Portico di Ottavia dove l’autrice, sessant’anni dopo andrà ad abitare, inconsapevole di quel passato. In seguito, quasi spinta da altre e impreviste coincidenze, decide di cercare e raccontare la storia delle vittime di quella disperata vicenda.
A Roma, in anni recenti, davanti alle soglie di tante case dei deportati di allora, furono messi dei sampietrini d’ottone. Uno è stato posto anche di fronte a quel portone del Portico d’Ottavia per ricordare una donna incinta di nove mesi portata via il 16 ottobre. Ma, osserva Anna Foa, “per mettervi una pietra per ognuno dei suoi abitanti mandati a morire non basterebbe lo spazio di un lenzuolo”. Allora conclude: “che questo libro sia per loro come quel lenzuolo”.
Del volume di Anna Foa noi riportiamo, in allegato, il primo capitolo: La razzia e l’indispensabile Premessa.
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