Il parere del CSPI sulle misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’a.s. 2025/26

Nell’adunanza plenaria svoltasi ieri, 19 febbraio, in modalità telematica, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso a maggioranza il proprio parere sullo schema di decreto ministeriale recante “Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026, a norma dell’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106”.

Il voto contrario della delegazione CISL Scuola è coerente con le valutazioni estremamente negative riguardo a provvedimenti che affrontano in modo sbagliato sia il tema dell’integrazione che quello della continuità didattica. Sull’integrazione, gli interventi prospettati considerano esclusivamente il rapporto tra alunni e insegnanti di sostegno, mentre si tratta di un processo che coinvolge nel suo insieme la comunità scolastica e, in modo più specifico, la classe in cui sono presenti alunni con disabilità.

Per quanto attiene alla continuità didattica, questa è compromessa alla radice da una precarizzazione troppo estesa del lavoro nella scuola, in particolare proprio sui posti di sostegno. Questa la causa da aggredire con opportuni interventi, come da tempo la CISL Scuola rivendica. C’è infine il grave vulnus che si determina nella gestione di un lavoro pubblico, consentendo che su di esso intervengano, con poteri discrezionali, soggetti esterni al sistema scolastico, fuori da ogni reale garanzia di imparzialità e trasparenza.

Sarebbe stato indispensabile, in un contesto così problematico, un segnale di disponibilità del Ministro ad un momento ulteriore di approfondimento e di confronto, in modo da poter prendere nella dovuta considerazione i rilievi che sono apparsi ampiamente condivisi all’interno dello stesso CSPI. Mancando ogni segno di una disponibilità in tal senso, non vi era altra via che rappresentare in modo chiaro tutte le ragioni di dissenso più volte espresse.

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Il CSPI, nel merito del provvedimento esaminato,

  • prende atto che lo schema di decreto ministeriale è stato predisposto in coerenza ed in attuazione della previsione normativa;
  • ritiene la questione delicata e complessa, condividendo al contempo la volontà di trovare una soluzione all’annoso problema della continuità dei docenti di sostegno, mettendo al centro il maggior interesse degli studenti con disabilità;
  • osserva, per una serie di ragioni sia attinenti alla regolazione del rapporto di lavoro sia alla specificità professionale dei docenti, che la soluzione indicata nel provvedimento in esame lascia margini di complessità attuativa, considerando in primis che il rapporto di lavoro nella scuola dei docenti, anche a tempo determinato, è instaurato tenendo conto di un importante principio costituzionale (vincolo dell’azione amministrativa all’imparzialità);
  • rileva che la procedura indicata nel provvedimento in esame appare potenzialmente in contrasto con la vigente O.M. 88/2024 sotto i profili della garanzia di trasparenza e dell’ordine di graduatoria;
  • rileva, altresì, che attribuire alla famiglia la facoltà di intercettare e interpretare, in campo scolastico, i bisogni formativi dei propri figli e di individuare le risorse più adeguate a una proposta didattica coerente e qualificata potrebbe non garantire una valutazione fondata su criteri oggettivi e su consolidate competenze pedagogiche;
  • ricorda che la Costituzione italiana getta le fondamenta del principio di inclusività dell’azione della scuola e del servizio di istruzione e che la figura dell’insegnante di sostegno, coerente con questi principi, è una figura professionale titolare della classe a cui è assegnato e che operare in direzione diversa potrebbe persino innescare processi di delega impropria e di isolamento dello studente con disabilità, in direzione opposta a quella inclusiva;
  • evidenzia il rischio che la scelta di legare la continuità alla conferma del docente di sostegno avalli e legittimi, anziché contrastare, l’errata prassi di affidare lo studente con disabilità alla cura di un’unica figura di docente, piuttosto che valorizzare quest’ultima come risorsa dell’intera classe;
  • segnala criticità dal punto di vista organizzativo qualora uno studente con disabilità abbia più docenti assegnati alla classe o nel caso di docente assegnato a più classi;
  • ritiene opportuno segnalare l’urgenza dell’emanazione di provvedimenti finalizzati alla formazione ed alla stabilizzazione del personale a tempo determinato su posti di sostegno.

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