Gli approfondimenti dell’Agenda CISL Scuola per il mese di marzo propongono in apertura una riflessione della segretaria generale Ivana Barbacci che, annunciando la presenza dell’organizzazione all’edizione 2025 di Didacta Italia, in programma a Firenze dal 12 al 14 marzo, sottolinea la necessità di un diretto coinvolgimento del sindacato nei processi di innovazione, in modo particolare quando questi riguardano la scuola, per orientarli in una direzione inclusiva e di promozione del bene comune. Troppo elevato il rischio di veder prevalere logiche diverse, quando si riaffacciano pericolosamente sulla scena mondiale pulsioni nazionaliste e imperialiste fortemente intrecciate con aspirazioni e interessi di ben individuabili “giganti” dell’innovazione tecnologica e comunicativa.
Un particolare punto di vista in tema di valutazione è quello che ci presenta nel suo scritto Manuela Rinaldi, che interviene in qualità di genitrice di un alunno della scuola primaria. Il suo è un contributo che può senz’altro avvalersi di un personale percorso formativo e professionale non lontano dai temi dell’educazione e dell’istruzione, nel quale è prevalente la dimensione “genitoriale”. L’accento è posto soprattutto sull’esigenza di vedere adeguatamente sostenuto il processo di crescita dell’alunno inteso nella sua globalità.
Nella sua rubrica Reginaldo Palermo presenta una delle figure di maggiore spicco nell’ambito della ricerca docimologica in Italia, Mario Gattullo, già direttore dell’Istituto di Pedagogia e poi del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, ma fortemente attivo nel dibattito sulle politiche scolastiche e in particolare sulla formazione degli insegnanti. A partire da una questione terminologica, quella che porta Gattullo a ritenere più appropriato parlare di “controllo” piuttosto che di “valutazione”, si getta lo sguardo su una delle stagioni più feconde di crescita e rinnovamento della scuola italiana, cui il pedagogista bolognese ha dato senz’altro un significativo contributo.
In diretta dalla loro scuola, l’istituto professionale “Roberto Ruffilli” di Forlì, la dirigente Lorella Zauli e la professoressa Elisabetta Costa ci presentano un’interessante esperienza di valutazione calata nel contesto di una tipologia di percorso che per sua natura accoglie ragazze e ragazzi non sempre riconducibili al modello degli studenti cosiddetti “lineari”. Studenti, quelli del “Ruffilli”, per i quali “la scala decimale non è più sufficiente” e per i quali occorre dotarsi di criteri di valutazione dove, accanto al rigoroso ancoraggio a norme, indicatori e descrittori, convivano anche “dosi abbondanti di flessibilità, di individualizzazione e di personalizzazione, avendo sempre come faro la possibilità di far raggiungere agli alunni il successo formativo”.
Conclude il mensile una breve rassegna dei principali appuntamenti sindacali di marzo.
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