Un percorso che i sindacati, rivolgendosi al Governo, alle Commissioni Istruzione di Camera e Senato e ai Presidenti delle due Camere, chiedono di bloccare, rivendicando come indispensabile un ampio confronto nelle aule Parlamentari e nel Paese per salvaguardare il sistema di istruzione unitario che sta a cuore all’intera comunità nazionale.
“Quello che si ipotizza – scrivono Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi e Giuseppe Turi – non è un semplice decentramento amministrativo: siamo in realtà in presenza di un progetto di vera e propria devoluzione, che investirebbe in pieno il sistema scolastico del Paese, minando l’unità culturale della nazione, per dare vita a progetti formativi regionali e localistici ben al di là di quella giusta attenzione alle specificità territoriali che, già a sistema vigente, sono assicurati dall’autonomia scolastica prevista dalla stessa Costituzione“. Il venir meno del carattere unitario e nazionale del sistema d’istruzione sarebbe, secondo i segretari generali dei sindacati scuola confederali, un vero e proprio tradimento del lavoro che quotidianamente la scuola svolge per promuovere in ogni angolo d’Italia l’effettivo esercizio del diritto allo studio e rafforzare la coesione della comunità nazionale.
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