Nuovo incontro, giovedì 5 dicembre, per la prosecuzione del confronto col Ministero sul nuovo sistema di valutazione della dirigenza scolastica. I sindacati avevano inviato all’Amministrazione diverse osservazioni, a seguito delle quali è stata presentata una nuova bozza che recepisce alcune delle richieste presentate. In particolare, si ritiene importante l’inserimento della componente professionale nell’Organismo di garanzia, nel quale saranno inseriti due dirigenti con almeno 10 anni di anzianità nel ruolo, individuati per sorteggio, che dovranno essere titolari uno in istituti del primo, uno nel secondo ciclo di istruzione.
La bozza, come nella prima versione, prevede l’assegnazione di un massimo di 80 punti sulla base di evidenze rilevabili tramite sistema informativo. Gli obiettivi previsti in questa sezione possono essere integrati per il 10 per cento dai Direttori regionali. A questo punteggio si possono aggiungere al massimo 20 punti, attribuiti dai direttori regionali attraverso la valutazione di comportamenti professionali ed organizzativi sulla base di una rubrica allegata.
Il sistema prevede perciò un totale massimo di 100 punti (80+20).
Tre gli aspetti su cui il confronto si è concentrato, di rilevanza non solo tecnica ma anche politica.
Il primo riguarda l’integrazione degli obiettivi da parte dei direttori regionali. L’Amministrazione ha ridotto al 10 per cento questa possibilità di integrazione, prima fissata al 20 per cento e, sulla base di una specifica richiesta della CISL Scuola, ha convenuto sul fatto che tale integrazione debba avvenire in tutte le Regioni. Se l’integrazione fosse opzionale, infatti, si potrebbero verificare difformità a livello nazionale, dal momento che, in caso di intervento dei direttori, si rende necessaria una rimodulazione dei punteggi che, per ragioni di equità, deve essere la stessa su tutto il territorio nazionale.
La CISL Scuola ha anche chiesto che gli obiettivi assegnati dai direttori abbiano valenza regionale e non siano differenziati per territori provinciali o addirittura per singolo dirigente scolastico.
Per garantire una sufficiente omogeneità tra le Regioni rispetto alla formulazione del 10 per cento affidato ai direttori regionali, l’Amministrazione si è detta disponibile a considerare meccanismi di coordinamento con i Capi Dipartimento.
Il secondo aspetto su cui si è posta attenzione riguarda i 20 punti che i direttori regionali possono attribuire in relazione all’apprezzamento di comportamenti organizzativi e professionali dei dirigenti scolastici, sulla base della rubrica che sarà allegata al decreto.
La CISL Scuola ha osservato che si tratta di una rubrica per nulla dettagliata e che la dimensione di discrezionalità è troppo ampia. Tra l’altro, in Regioni con un alto numero di autonomie scolastiche (si pensi ad esempio alla Lombardia), ben difficilmente il Direttore potrebbe analizzare compiutamente questi comportamenti.
La CISL Scuola ha nuovamente richiesto che questa discrezionalità sia ridotta, intervenendo sia sul dettaglio della rubrica che sull’entità del punteggio.
A proposito di questo ultimo punto, ha proposto in alternativa:
I direttori comunque devono poter intervenire per salvaguardare quelle situazioni in cui il target non può essere raggiunto per cause del tutto indipendenti dalla volontà e dalla competenza del dirigente scolastico.
Considerando inoltre il ritardo con il quale il sistema di valutazione sta prendendo avvio, la CISL Scuola ha chiesto che per l’a.s. 2024/25 sia esclusa la rilevazione dei comportamenti professionali da parte dei direttori regionali.
Il terzo punto di cui si è discusso è relativo alla formulazione di indicatori e target, formulazione che peraltro sarà effettuata con decreto a sé stante.
In generale, la CISL Scuola ritiene che nessuno possa essere valutato per azioni che non sono nella sua completa disponibilità. Per questo motivo occorre modificare la formulazione o eliminare tutti gli indicatori che nell’attuale quadro normativo richiedono la concorrenza di altre professionalità o organi collegiali.
Inoltre, gli indicatori devono essere adeguati anche per specifiche modalità di funzionamento come nel caso, ad esempio, dei CPIA o dei Convitti.
La definizione degli indicatori è una questione di non poco conto, perché impatta sul funzionamento del sistema scolastico così come oggi lo conosciamo e sottolinea la difficoltà a cogliere la ricchezza di relazioni, attività e coordinamento che il dirigente mette in atto anche nei confronti degli Organi collegiali, ma che certo non possono essere rilevate in assenza di dirigenti tecnici e di rapporto diretto con le scuole.
L’Amministrazione ha raccolto le richieste e le osservazioni delle organizzazioni sindacali, riservandosi un’ulteriore riflessione e annunciando la predisposizione di un testo che sarà presentato nell’incontro previsto nella prossima settimana.
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